Brano: Materialismo storico
neralizzazioni di quel tipo non siano possibili (= teoricamente lecite) altro che risalendo « dal particolare al generale », come scriverà per motivare l’esclusione di una introduzione metodologica (l’Introduzione del 1857) dalla sua Critica dell’economia politica.
Quelle generalizzazioni e cioè le categorie della nuova scienza storicosociale, sono infatti — per Marx — esse stesse « storiche » e in ciò, nella loro riducibilità storicosociale, consiste il carattere storicomaterialistico (nonspeculativo e nongenerico) della nuova scienza del materialismo storico. Il quale, dunque, non ha [...]
[...]articolare al generale », come scriverà per motivare l’esclusione di una introduzione metodologica (l’Introduzione del 1857) dalla sua Critica dell’economia politica.
Quelle generalizzazioni e cioè le categorie della nuova scienza storicosociale, sono infatti — per Marx — esse stesse « storiche » e in ciò, nella loro riducibilità storicosociale, consiste il carattere storicomaterialistico (nonspeculativo e nongenerico) della nuova scienza del materialismo storico. Il quale, dunque, non ha affatto bisogno (e perciò la respinge) della intermediazione di una teoria generale delle leggi del movimento o materialismo dialettico (una espressione per Marx inconsueta), di cui esso dovrebbe essere una « applicazione » (come accade sovente in Engels e in altri pensatori marxisti). Una consimile «teoria generale » riporterebbe o al primato logicistico della filosofia di stampo speculativo ovvero alla necessità dei grandi « romanzi filosofici » sulla storia universale cari al positivismo.
I pericoli sul piano teorico
La doppia critica, da cui nasce il materi[...]
[...]ialismo dialettico (una espressione per Marx inconsueta), di cui esso dovrebbe essere una « applicazione » (come accade sovente in Engels e in altri pensatori marxisti). Una consimile «teoria generale » riporterebbe o al primato logicistico della filosofia di stampo speculativo ovvero alla necessità dei grandi « romanzi filosofici » sulla storia universale cari al positivismo.
I pericoli sul piano teorico
La doppia critica, da cui nasce il materialismo storico, all’idealismo speculativo e al materialismo intuitivo apre due pericoli sul piano teorico: di sottovalutare ed emarginare nella costruzione del sapere ora l’elemento soggettivoattivo (l’elemento specificatamente umano e cioè intellettivo) e ora l’elemento oggettivopassivo (l’elemento generalmente naturale proprio anche dell’uomo). Né si tratta di pericoli le cui conseguenze restino limitate al campo teorico; al contrario, esse si estendono inevitabilmente anche al campo pratico.
Quanto al primo pericolo, esso ha spesso condotto gli interpreti di Marx a un appiattimento naturalistico del m[...]
[...]ere ora l’elemento soggettivoattivo (l’elemento specificatamente umano e cioè intellettivo) e ora l’elemento oggettivopassivo (l’elemento generalmente naturale proprio anche dell’uomo). Né si tratta di pericoli le cui conseguenze restino limitate al campo teorico; al contrario, esse si estendono inevitabilmente anche al campo pratico.
Quanto al primo pericolo, esso ha spesso condotto gli interpreti di Marx a un appiattimento naturalistico del materialismo storico che vuole essere, invece, la spiegazione « di storia naturale » della storia umana in tutta la sua complessità.
Già Antonio Labriola (v.) notava che se il materialismo storico « in un certo senso 'naturalizza' la storia », in ciò « si cela per molti una forte seduzione a confondere questo ordine di problemi con un altro ordine di problemi; e, cioè ad estendere alla storia le leggi e i modi del pensiero, che parvero già appropriati e convenienti allo studio e alla spiegazione in genere, e del mondo animale in ispecie ».
La riconduzione della storia ai termini generali della spiegazione « naturalistica » non deve, insomma, far perdere (nella necessaria riunificazione deH’uomo entro la natura e della scienza sociale entro la scienza) il traguardo della spiegazione [...]
[...]somma, far perdere (nella necessaria riunificazione deH’uomo entro la natura e della scienza sociale entro la scienza) il traguardo della spiegazione naturalistica dei tratti specifici (e in questo senso « non naturali ») della storia umana e della società umana, dei quali essenziale è la presenza costante e operante di una mediazione intellettuale della stessa attività pratica.
La stessa « critica dell’ideologia », che è parte integrante del materialismo storico, comporta, dunque, non già la cancellazione della rilevanza della coscienza umanosociale in quanto « falsa » o storicamente condizionata, bensì la ricostruzione genetica (ma organica) dello stesso livello intellettuale e della sua interna dialettica, proprio perché « le circostanze fanno gli uomini non meno di quanto gli uomini facciano le circostanze» (Marx). Da questo punto di vista la distinzione fra struttura e sovrastruttura — così essenziale per il materialismo storico — significa non già ricerca dell’equivalente sociale per ogni fenomeno intellettuale e per l’insieme della cultura, ma [...]
[...], dunque, non già la cancellazione della rilevanza della coscienza umanosociale in quanto « falsa » o storicamente condizionata, bensì la ricostruzione genetica (ma organica) dello stesso livello intellettuale e della sua interna dialettica, proprio perché « le circostanze fanno gli uomini non meno di quanto gli uomini facciano le circostanze» (Marx). Da questo punto di vista la distinzione fra struttura e sovrastruttura — così essenziale per il materialismo storico — significa non già ricerca dell’equivalente sociale per ogni fenomeno intellettuale e per l’insieme della cultura, ma fondazione di un criterio logicostorico che permetta una considerazione esplicativa globale del nesso che collega struttura e sovrastruttura, storia e cultura, realtà sociale e ordinamento logico: un nesso che è esso stesso storico, oggettivo, causato. La perdita o la sottovalutazione deH’elemento intellettuale comporta, in particolare, la perdita o la sottovalutazione della dimensione dell’« astratto ». Questo non occupa soltanto il campo della teoria, ma persino il campo de[...]
[...]gettivamente se l’oggetto non fosse sua determinazione sostanziale. Esso crea, pone soltanto oggetti, perché è posto da oggetti, perché è intrinsecamente natura. Nell’atto di porre qualcosa, non esce, dunque, dalla sua ” attività pura " per una creazione dell’oggetto, bensì il suo prodotto oggettivo attesta semplicemente la sua attività oggettiva, la sua attività in quanto attività di un oggettivo ente naturale ».
Si può ben concludere che il materialismo storico è concepito da Marx come mediazione articolata di umanità e natura, di intelletto ed empiria, di astratto e concreto nella dimensione fondamentalmente naturalesensibile della storia.
Il metodo dell’indagine
Nella stessa possibilità di questa essenziale mediazione si affaccia la singolare configurazione dell’intellettualeastratto, nella storia umana, come dimensione ipotetica, come progetto storicamente proponibile e perciò da verificare sulla chance successoinsuccesso che si articola variamente ai differenti livelli: veritàerrore al livello della logica, congruenzaincongruenza al livell[...]